Descrizione
La Chiesa di Santa Margherita a Casale di Scodosia si trova in località Altaura, vicino a Villa Correr. La costruzione originaria risale ai primi anni dell’XI secolo (Altaura era già in quegli anni un villaggio autonomo dell’antica Sculdascia, oggi Scodosia) come parte di un convento che sorgeva entro le recinzioni della villa, ma l’aspetto attuale è conseguente alla riedificazione del 1536. All’interno di questo piccolo e antico edificio religioso, il soffitto è interamente affrescato con dipinti risalenti al 1898. Ai lati dell’altare si trovano due bellissime credenze in stile barocco veneziano. Sopra l’altare invece si trovava una pala, trafugata nel 1981, di Santa Margherita d’Ipres alla quale è dedicata la chiesa.
La Chiesa di Santa Margherita a Casale di Scodosia rappresenta una sacra chiesetta i cui mattoni e le cui pietre raccontano la loro storia e la cui modesta, pur se antica, architettura, comunica quella tranquillità claustrale che solo nei tempietti veneti di campagna si riesce talvolta a trovare.
Approfondimenti:
Ad Altaura, nella suggestiva cornice delle antiche mura circostanti, si incontra una chiesetta di piccole dimensioni dedicata a Santa Margherita. E’ verosimile che questa chiesa possa avere origini lontane, Altaura appariva già, infatti, come piccolo centro autonomo dell’antica Sculdascia e potrebbero corrispondere al vero le affermazioni di alcuni storici che parlano di un edificio religioso qui esistente prima del 1000, facente parte di un convento che sorgeva entro le attuali recinzioni della villa. A conferma di ciò vi sono alcuni testi di antichissime pergamene redatte ai tempi in cui nella Sculdascia dominavano gli avi degli Estensi, in cui si nominano terre, case e chiesa in “Altaduria” o “Altadura”. Quei rarissimi documenti testimoniano dei possedimenti dei marchesi Almerico II, Oberto, Alberto Azzo I, Alberto Azzo II e le loro famiglie, che per “donum regis” furono signori della Sculdascia prima di stabilirsi nella vicina Este. Tuttavia questo piccolo edificio religioso lo si trova per la prima volta nominato con certezza nel 1297 e lo si ritrova poi nel ‘400, nei documenti delle visite vescovili, in cui si riporta un suo deciso stato di abbandono. Vi sono successivamente documenti attestanti un ripristino della chiesa nel 1536, ma certi elementi come le arcatelle a sostegno dei cornicioni laterali e dei salienti dei due fronti a oriente e a occidente riportano al romanico, mentre il portale d’ingresso potrebbe essere d’impronta quattrocentesca. Cinquecentesco potrebbe essere stato quindi un semplice lavoro di restauro che ha mantenuto il piccolo tempio nelle sue più antiche forme. All’interno, oltre che all’altare di fondo, sistemato sotto un inusuale ciborio – opera piuttosto recente – è da notare un soffitto interamente e pregevolmente dipinto a fresco nel 1899, che copre col suo supporto di catinelle, “arelle” (o grasiole) e intonaco, l’intera capriata lignea.